Storia

Calcio Armistizio Esedra Don Bosco Padova

La storia

L’Ads Armistizio Esedra Don Bosco è nata nel 2016 dalla fusione delle due società dei quartieri padovani di Paltana e Mandria, l’Armistizio e l’Esedra Don Bosco.
Il club più antico era proprio quest’ultimo, sorto nel 1948 al Palazzo Esedra, quando alcuni ex allievi del salesiano San Giovanni Bosco, per venire incontro ad un gruppo di ragazzi che giocavano a pallone sulla piazza antistante, hanno deciso di fondare il club.
La prima svolta si ebbe alla fine del 1965, quando i fondatori decisero di far confluire definitivamente la società Esedra, fino ad allora priva di strutture, presso il territorio della parrocchia Don Bosco.
Nel 1974 nacque invece la società Armistizio, presso la parrocchia di Santa Maria di Mandria in via Armistizio, a una manciata di chilometri dalla parrocchia Don Bosco.
Negli anni si affermò una sana rivalità sportiva tra le due società, fino all’intuizione dei due gruppi direttivi di unire le forze per formare un unico club, tra i più grandi e strutturati dell’intero programma dilettantistico del calcio padovano.
Nel 2015 iniziò la collaborazione a livello giovanile tra le due società, l’11 aprile 2016 fu invece ratificata la fusione che dalla stagione successiva portò alla nascita di un unico club denominato appunto Armistizio Esedra Don Bosco.

Le Strutture

L’Ads Armistizio Esedra Don Bosco può contare su due strutture principali. La prima, ha sede anche la società in via Adria 2 a Padova, conta su due campi regolamentari in erba naturale e su un campo di calcio a 8 in sintetico, oltre alle stanze che ospitano sede, segreteria, spogliatoi e club house. La seconda struttura è in via Armistizio 283 a Padova e oltre agli spazi per magazzino e spogliatoi, ospita un campo regolamentare in erba naturale e un mini campo per il riscaldamento.

Calcio Armistizio Esedra Don Bosco Padova

Cenni storici e nascita dell’attuale Società ESEDRA DON BOSCO 1948 – 2014 tra rinnovamento e tradizione


Tutto è iniziato all’ombra del Palazzo Esedra, quando nel 1948 alcuni ex allievi del salesiano San Giovanni Bosco, per venire incontro ad un gruppo di ragazzi che giocavano a pallone sulla piazza antistante, hanno deciso di realizzare quella che oggi, dopo susseguenti vicissitudini, è divenuta l’A.S.D. Esedra – Padova.

Nel 1958 l’Esedra si trasferisce nella nuova Parrocchia S. Giovanni Bosco e poi nel 1967 si trasforma in P.g.s. (Polisportiva Giovanile Salesiana) Esedra Don Bosco.
Con alterne fortune ha partecipato a campionati di terza e seconda categoria, toccando il suo picco disputando il campionato di prima categoria. Nel settore giovanile ha vinto alcuni titoli provinciali allievi e juniores e nel 1969/70 anche il titolo regionale allievi.

Da quel lontano 1958 si dovranno attendere 6 “lunghissimi” anni per la realizzazione del primo campo da calcio, se così può essere definito, visto che quelli attuali dimostrano caratteristiche alquanto diverse.
Il campo, del tutto irregolare, era situato dove ora si trova la piastra polivalente dell’adiacente parrocchia; la cosa sorprendente però è che attorno a questo campo si estendeva la campagna più selvaggia (non vi era l’odierna struttura né della Chiesa, né del patronato). Nonostante tutto su questo piccolo campetto di terra e ciuffi d’erba si svolse il primo campionato CSI della squadra Under 18, che utilizzava quale spogliatoio una costruzione in legno, adoperata soprattutto nei cantieri, soprannominata “casetta Pinardi” nella quale i bambini del quartiere facevano anche catechismo.
La svolta si ebbe alla fine del 1965, quando il fondatore dell’Esedra Sig. Gasparetto, affiancato dal ragionier Zanotelli, ex vice presidente del Padova calcio ai tempi dell’allenatore Nereo Rocco, decise, dopo essersi consultato con l’allora parroco Don Ceriotti, di confluire definitivamente la società Esedra, fino ad allora priva di strutture, presso il territorio della parrocchia Don Bosco.

Il campo allora venne esteso e regolarizzato per permettere alla società di partecipare al campionato di seconda categoria, inoltre venne avviato un settore giovanile.
Nel 1966, coinvolto nel progetto, il Sig. Menin contribuì per realizzare il primo vero e proprio campo da calcio. Vennero inoltre realizzati gli spogliatoi con bagno, docce e riscaldamento. Il progetto idraulico e la sua realizzazione fu curato dall’ex allievo salesiano Sig. Garofolin. La struttura complessiva degli spogliatoi venne a costare 2 milioni e 700 mila lire.
Sussisteva però un’ulteriore difficoltà: la disomogeneità del terreno, attraversato inoltre da un enorme fossato che doveva essere colmato. Ciò fu possibile sfruttando il rifacimento delle vecchie fognature di via Facciolati: ancora oggi sotto i rettangoli da gioco si trovano vecchi tombini e pezzi di cemento.
I campi erano quasi pronti; serviva solo la terra che avrebbe costituito il terreno da gioco. Con un’anonima donazione vennero trasferiti terreno e sabbia dall’argine del fiume Bacchiglione

Quell’estate, però, non portò bene al campo, in quanto mancando un impianto di irrigazione e non essendoci state sufficienti precipitazioni atmosferiche, risultava molto secco e simile ad una spiaggia; ma appena cadde la prima intensa pioggia si inerbì e divenne uno dei campi migliori della zona.

Solo un dato da sottolineare: nel Novembre del 1966, anno in cui ci fu l’alluvione di Firenze e Venezia, dopo 8 giorni di pioggia, l’unica partita giocata nel triveneto fu nell’agibile campo di Paltana.

Per 15 anni l’Esedra giocò su questo campo, riportando tra i risultati più brillanti, la vittoria degli allievi nel rispettivo campionato regionale F.I.G.C.

Nel 1976, Dopo le dimissioni del direttivo presieduto dal Sig. Elia Menin, si rinnovo il nuovo, nominando presidente il Sig. Antonio Grassetto e affidando la segreteria al Sig. Gianni Menegante. Il sottoscritto, il Sig. Carlo Lonigro e L’ emerito Sig. Aldo Pinton (allenatore dei giovani) ebbe inizio una nuova esperienza.

In quel periodo avevamo oltre le squadre giovanili (Allievi e giovanissimi) due squadre di pulcini (fiamme verdi e fiamme rosse), e la terza categoria. Premetto che durante questo periodo si sono aggiunti al direttivo il Sig. Francesco Paganin quale allenatore dei giovanissimi e il Sig. Giuseppe Zacchia.

Le nostre cariche non si esimevano dal lavorare per la sistemazione dei campi.

Nel 1983, Don Berti, prima di procedere con la costruzione di una struttura parrocchiale, decise di dotare l’Esedra di due ulteriori campi e di nuovi spogliatoi, quelli tutt’ora presenti. Le recinzioni vennero montate dalle fondamenta in un’estate da un’equipe affiatata composta dai Sig.ri: Fornasiero Gianni, Inturri Giuseppe, Pinton Aldo, Lonigro Carlo, Zacchia Pino, Grassetto Antonio e Scarabello Antonio.

Lo stesso team che negli anni successivi si prese cura delle strutture esedrine.

Attualmente l’ASD Esedra Don Bosco conta più di duecento atleti dai primi calci (annate 2003-2004) alla categoria compresa la serie D femminile che svolgono la loro quotidiana attività grazie anche all’opera dei dirigenti. Il consiglio Direttivo Esedra è guidato dal presidente F. Miotto, mentre ogni squadra ha un proprio staff che comprende allenatore, vice e dirigente. Di nuova istituzione è il vice-presidente Faraldi Ennio, anche dirigente delle squadre del settore giovanile e del nuovo segretario Bottin Renzo che andrà a coadiuvare il già ottimo lavoro di Cimante Stefania e Lissandron Claudio.
Gli organi preposti dallo statuto associativo a portare avanti e sovraintendere il carattere volontario ed educativo della ormai ex-Polisportiva Esedra Don Bosco Calcio sono il presidente, il consiglio direttivo e l’assemblea dei soci che istituzionalmente ogni anno deve essere convocata necessariamente. Ciò permette di comunicare con tutti gli iscritti le decisioni del presidente Francesco Miotto e del consiglio direttivo. Inoltre dà la possibilità di comprendere attraverso la comunicazione le reali proporzioni della società, i programmi futuri e pianificare attività collaterali di supporto. E tutto questo passa anche attraverso le nomine serali di 15 associati/consiglieri.
L’organo istituzionale preposto è il Consiglio Direttivo (con in testa il Presidente) a cui spetta il potere decisionale su tutte le questioni. Discute “esclusivamente” “dentro” e durante gli incontri settimanali del giovedì; cura l’aspetto amministrativo, tiene i rapporti con la segreteria, delinea annualmente gli obiettivi, pianifica le strategie, controlla l’operato dei tecnici e la moralità delle squadre, organizza la formazione, sorveglia sulla funzionalità delle strutture.

Negli ultimi anni si è venuto a creare un esponenziale incremento del numero di iscritti soprattutto per quanto riguarda gli atleti del settore giovanile, (l’odierna stagione sportiva 2009-2010 conta 6 squadre); è stata questa la molla, che ha portato l’Esedra a realizzare nell’estate del 2008 un sogno non solo idealizzato.
“ Avevamo un sogno, avere uno spazio in erba sintetica per gli allenamenti dei nostri piccoli atleti, soprattutto per il periodo invernale” parole non vane del presidente Francesco Miotto.

Era un sogno e come tale sembrava restasse, ma la tenacia di don Francesco Da Re, l’interessamento e i suggerimenti dell’on. Piero Ruzzante , ci hanno  consentito di accedere ad un contributo regionale per la realizzazione di impianti sportivi, pari al 50% del costo totale dell’opera, per il rimanente  50% ci ha sostenuto un prestito dell’istituto salesiano  Domenico Savio, che  dovrà essere restituito in sei anni, in solido con il centro giovanile , beneficiario con l’Esedra don Bosco calcio dell’uso della struttura e tutto  questo sarà possibile grazie al contributo di tutti.
Gli impianti sportivi in uso all’Esedra calcio si sono così ulteriormente migliorati con un nuovo campo di calciotto in erba sintetica dell’ultima generazione, munito di  tribune per cento spettatori.
Questo ci ha riempito di soddisfazione e ci fa ben sperare in quello che è il nostro impegno in primo luogo di educatori attraverso il gioco del calcio”.

Parole sagge che evidenziano il ruolo chiave dell’Esedra Don Bosco nei confronti degli atleti, dei giovani: il primo valore in cui questa associazione crede è quello di uno sport quale mezzo educativo.
L’educazione attraverso lo sport” il calcio vissuto come mezzo educativo atto a sviluppare il senso morale. Esso deve idealmente continuare a guidare la filosofia societaria di ispirazione salesiana. Essenzialmente rivolta ai ragazzi, va estesa ai genitori, ai tifosi, ai tecnici e ai dirigenti. Amicizia, solidarietà, rispetto per le cose, le strutture, e le persone (compresi gli avversari), sono gli ingredienti pur, con un forte orientamento al risultato, che devono far parte del bagaglio personale e collettivo, ottenuto attraverso il lavoro, ed il sacrificio. Il mezzo sportivo per imparare a porsi dei traguardi, e cercare di raggiungerli accettando anche le sconfitte. È compito di tutti evitare e vigilare sugli eccessi violenti e diseducativi, realizzare un ambiente sereno che stemperi le pressioni e le polemiche, cementare e riscoprire il senso di appartenenza alla società, ed attaccamento alla maglia. Lavorare in squadra: La crescita morale e sportiva della società e dei suoi associati passa attraverso il rafforzamento della comunicazione e collaborazione collettiva. Attraverso la creazione dei singoli staff, all’interno di un progetto comune. Insieme da più parti, per portare avanti i progetti, eliminare le situazioni singole e mercenarie. Questo prodotto crea continuità, getta le basi per il futuro percorso che accompagnerà il bambino dai primi calci sino al ragazzo della squadra allievi per finire al giovane di categoria. Tanto il percorso sarà forte e ricco di soddisfazioni se accompagnato inizialmente dalla famiglia che l’aiuta nell’inserimento e poi dal suo gruppo che sarà il probabile nucleo di amicizie future e durature.

by Carlo Lonigro